IronMan 2.0
C'è stata, per me, una grandissima differenza tra la preparazione del primo Ironman (Zurigo 2015) e quella di quest'anno...ovvero la tranquillità mentale. Avevo grande piacere, durante gli allenamenti, nel pensare alla gara che mi aspettava, in quanto non avevo più il tormentosissimo e continuo pensiero "ce la farò?", piuttosto ricordavo l'esperienza dell'anno prima e già mi rallegravo di vivere e godermi quella giornata.
Ci siamo recati a Nizza già il venerdì sera, così da iniziare con calma a respirare l'aria del mare :)....o più che l'aria del mare...l'aria di Ironman (sì, esiste)! Il sabato, infatti, abbiamo sgranchito le gambe con una leggera corsetta sul lungomare dov'era già stato allestito il villaggio Ironman e...l'adrenalina era già presente!
Dopo aver ritirato il pacco gara e aver fatto un po' di shopping all'Ironman Store (ovviamente), abbiamo potuto piazzare le nostre bici e i sacchi in zona cambio. Nelle gare Ironman è tutto organizzato nel dettaglio: c'è un orario ben preciso per fare il check-in ed è necessario fare già il check-in anche del sacco blu per la transizione nuoto-bici e del sacco rosso per la transizione bici-corsa. É necessario essere lucidi nella preparazione di questi sacchi dato che il giorno della gara non è più possibile accedervi. Fortuna che noi eravamo in 3 a partecipare, quindi abbiamo potuto fare il triplo controllo :).
É il giorno della gara. Sveglia ore 3:30, controllo e preparazione delle ultime cose e poi colazione ore 4:00. Alle 4:45 partiamo dall'hotel in direzione zona cambio per dare l'ultima gonfiata alle ruote della bici. É buio e in giro ci sono solo ragazzi che hanno fatto tardi la sera precedente o atleti (e alcuni, pochi, supporters incalliti). Il nervosismo inizia un po' a farsi vivo....ma è una cosa positiva.
Dopo aver gonfiato le ruote e tappezzato la bici di barrette e gel ci infiliamo la muta e andiamo a "sentire l'acqua". Inizialmente sembra fredda, ma è talmente bella azzurra che tentiamo di non pensarci. Il cielo inizia a diventare chiaro. Anche per questo Ironman, come è abitudine ultimamente, hanno optato per il nuovo sistema di entrata a nuoto, il "Rolling Start", ovvero l'entrata in acqua attraverso una lunga coda sezionata per tempi. In questo modo ognuno si mette in fila secondo una propria stima di tempo e gli atleti entrano in acqua gradualmente (in una quindicina di minuti tutti i 2'885 atleti sono in acqua). Noi decidiamo di partire tutti e 3 insieme non guardando troppo i tempi. Questa avventura la vogliamo vivere insieme. Durante l'attesa l'emozione si fa sentire e gli occhi si fanno lucidi per un mix intensissimo tra felicità e paura. L'ambiente è caldo, le persone a noi care sono già sugli "spalti" per assistere all'inizio di questa nostra impresa. Viene dato il via, e piano piano il serpentone avanza verso il mare. Ok, tocca a noi, ultimi abbracci e poi via con le prime bracciate!! Che emozione!
Il percorso si snoda su due "rettangoli", uno grande e uno più piccolo. Lo spazio per nuotare c'è, anche se alcuni scontri sono chiaramente inevitabili. Una certa corrente mi fa allungare un po' il percorso ma più o meno riesco a rimanere in linea. Esco dall'acqua, guardo l'orologio e....WOW....1h07min...il mio record :)!! Mi esalto e corro in zona cambio, una barretta al volo, tolgo la muta, metto il casco e infilo le scarpe. Mia sorella mi raggiunge e mi dice che sto andando alla grande, e così mi esalto ancora di più. Corro verso la mia compagna di viaggio per le prossime ore...la bici. Cosciente che il percorso in bici con dislivello di 2'200m sia uno dei più duri degli Ironman in Europa (secondo solo a Lanzarote), e cosciente del fatto che la bici sia per me la parte più difficile, parto con tranquillità e decido di mantenere un ritmo a me comodo, senza troppi sforzi in modo da mantenermi in forze per la frazione a corsa.
Il percorso in bici, devo ammetterlo, mi sembra non finire mai. Per fortuna però, Chiara, Luca ed io avevamo fatto un giro di prova circa 1 mese prima della gara, il che mi aiuta molto mentalmente a sapere cosa mi aspetta e come gestire le forze. Vedo continuamente persone superarmi, e il mio morale piano piano cala. Decido di prendermi una "pausa di riflessione", allora mi fermo, mangio con calma una banana e bevo un po', dopodiché riparto molto più carica. Alle infinite salite per fortuna si alternano delle belle discese. Il tempo non è il massimo, in quanto inizia a fare freddo e il cielo minaccia pioggia. Infatti, dopo poco inizia a piovere, e decido di fermarmi per mettere la giacchetta. Riparto e continuo, sempre più carica perché so che il percorso in bici sta finendo e già non vedo l'ora di correre. Gli ultimi 30km mi sento ancora piena di forze, così decido di aumentare un po' il ritmo e inizia un gioco di rincorsa con altri due partecipanti (ps: ricordo che la scia non è permessa, e infatti non l'abbiamo fatta).
Manca poco, pochissimo, mi rallegro di vedere a "bordo pista" tutte le persone che sono venute a farci il tifo (genitori, parenti e amici)...e infatti così è: arrivo in bici e vedo che tutti mi guardano con occhi grandi e a forma di punto di domanda ("come mai è arrivata per prima Laura?" ahahaha nessuno ci avrebbe scommesso 1 chf, nemmeno io :)! ) Poso la bici e corro in zona sacchi per cambiare scarpe e poi....via per l'ultima (anche se lunga) tratta! É strano da dire ma...non vedevo davvero l'ora di correre! Già dai primi passi sento che le gambe vanno che è un piacere, e quindi...godiamoci questa corsa! Sono 4 giri da 10.5km (andata e ritorno sul lungomare). C'è un rifornimento ogni 1.7km, e questo, ricordando la gara di Zurigo dello scorso anno, mi rincuora molto in quanto so che quelle saranno le mie "isole della pausa". Decido infatti di fermarmi a OGNI rifornimento, anche solo a bere un bicchiere d'acqua. Questo mi servirà per fare delle pausa mentali. Sento che ne necessito. Vedo Luca e vedo Chiara, ci incrociamo ad ogni giro, e ad ogni giro ci diamo la carica a vicenda. È stupendo condividere questa esperienza con loro. La corsa, devo dirlo, è per me il tratto più bello, in quanto sento proprio quanto per me sia importante il sostegno dei miei cari. Quando vedo mia mamma con la mia cagnolina, mia sorella, il mio migliore amico, il mio allenatore e i miei compagni di squadra che si sono spostati apposta per noi, il mio cuore si riempie di immensa gioia e la carica che ricevo è infinita. Non potrò mai ringraziarli abbastanza per quello che mi hanno dato durante questa giornata. Li abbraccio tutti e vedo dai loro occhi e dai loro sorrisi che l'emozione e la gioia è ricambiata.
Continuo a correre, supero tantissime persone che camminano. Io invece corro, e riesco a mantenere un ritmo costante, un ritmo che mi fa stare bene, proprio bene. Continuo a correre e...ora mi manca solo un giro. Gli ultimi 10km. Devo dire che non ho MAI pensato al chilometraggio fino all'ultimo giro. E questo è segno che il mio pensiero è sempre positivo. Manca pochissimo, si affiancano a me mia sorella e il mio migliore amico, corrono un centinaio di metri con me e ridiamo e scherziamo. É bellissimo. Tutto sta andando alla grande e sto per concludere il mio secondo Ironman, il mio secondo sogno. Ora mancano 2 km, cerco di aumentare il ritmo ma ormai le gambe sono pesanti. Va bene così. Vedo la deviazione che porta alla “finish line”. Mi passano una bandiera svizzera e poi....poi....poi via verso la gloria. Finish line da paura...un corridoio pieno di gente che esulta. Emozione alle stelle e nodo in gola, sorrido e gli occhi brillano. La bandiera svizzera spiegata alle mie spalle. Bello. Proprio bello. Questo è quello che adoro fare.
Alcune persone che ci hanno seguiti hanno assistito al loro primo Ironman, per altri è stato il secondo. Ma tutti sono rimasti affascinati da questa maestosa impresa. Raccontando le loro emozioni ho capito che sono riusciti a capire in tutto e per tutto lo spirito dell'Ironman, che non si ferma all'impresa sportiva, ma che va molto oltre.
Qui di seguito le parole del mio migliore amico, che è riuscito, in poche frasi, ad esprimere tutto quello che un Ironman racchiude: "In effetti, riflettendoci ancora meglio, ho capito che in fondo pazzi lo sono. Quella follia in verità ce l'hanno davvero, devono avercela per forza. Ma sono pazzi di forza di volontà, di disciplina, di costanza e determinazione. Ecco di cosa sono pazzi. Lavorano duro per allenare il fisico nuotando, pedalando e correndo ma il lavoro più duro forse é quello che deve fare la testa. Il motore vero infondo, la vera protagonista e la più difficile da allenare, é lei. Ecco perché non tutti avevano gli addominali scolpiti, i pettorali gonfi o i quadricipiti enormi. Allora mi nasce spontaneo ribattezzarlo "Ironmind" più che "Ironman", perché quest'ultima rimane forse troppo generica. Ed é per questo che i partecipanti di queste competizioni godono della mia più profonda stima, perché sono cariche esplosive di forza di volontà, ognuna con una storia diversa. E questa trovo sia una cosa rara e grandiosa, trasmettono carica e magia. "
Grazie di cuore a tutti coloro che hanno fatto parte di questa giornata magica.
Laura